Il Perimetro di sicurezza cibernetica: la lunga strada per la protezione di reti e sistemi nazionali
Sebbene il Cyberspazio sia considerato “senza confini”, sono lontani gli anni in cui era percepito anche come luogo libero da bandiere e ostilità. Da quei primi anni della “internet libera”, agli attacchi informatici svolti per motivi di spavalderia e/o Cyber-attivismo si sono inizialmente aggiunti quelli perpetrati dalla criminalità organizzata per azioni di Cybercrime e infine quelli indirizzati alla cyberwarfare nello scontro fra attori Statali, senza dimenticare che gli attacchi informatici possono diventare in qualsiasi momento anche un mezzo di Cyber-terrorismo.
Proteggere quindi reti e sistemi connessi al World Wide Web (internet) è progressivamente diventato una priorità non più rimandabile; anzi, in relazione alle nuove tecnologie ed ai sistemi che le adottano, il tema della sicurezza informatica è da considerarsi un elemento intrinseco abilitante senza il quale saremmo di fronte ad un “gigante tecnologico con le ginocchia di argilla”. In Italia la definizione ed attuazione del Perimetro di Sicurezza Cibernetica è solo l’ultimo tassello in ordine temporale di un lungo percorso di organizzazione della Protezione Cyber e della sicurezza informatica per tutti gli operatori pubblici e privati e tutte le istituzioni del Bel Paese. Dunque, da spazio senza confini, l’ambito Cyber diventa una dimensione in cui si rende necessario definire un perimetro di sicurezza di carattere nazionale, per organizzarne protezione e difesa. Il concetto stesso di perimetro, come vedremo, ha una accezione diversa da singolo bordo geometrico di una sola entità Nazionale. Infatti, il Perimetro Nazionale consta della sommatoria dei perimetri infrastrutturali delle reti di tante singole organizzazioni chiamate ad essere parte attiva della protezione nel proprio ambito.