In un’infografica i dati emersi dalla survey sul Revenge Porn
Uno degli obiettivi della nostra community Women For Security è alzare il livello di attenzione su alcuni fenomeni che hanno a che fare con il digitale, ma non solo. Lo abbiamo fatto a inizio anno lanciando una survey online sul Revenge Porn, con lo scopo di svolgere un'indagine di tipo qualitativo su questo tema così delicato ma diffuso. I risultati sono stati presentati all’ultima edizione del Security Summit ma abbiamo voluto sintetizzarli in questa infografica, per renderli facilmente consultabili da tutti.
Ricordiamo che il Revenge Porn è l’atto di condivisione di immagini o video intimi di una persona senza il suo consenso, attuato sia on-line che off-line, allo scopo di umiliare o danneggiare la vittima. In Italia è un reato previsto nell’articolo 612-ter del codice penale, introdotto con la legge n. 69 del 9 agosto 2019. Prevede fino a sei anni di carcere e una multa dai 5mila ai 15mila euro.
Dalla nostra survey condotta su un panel prevalentemente femminile (65%), equamente diviso per età (il 34% aveva fra i 40 e i 50 anni; il 32% era nella fascia 25-40enni), è emerso che il 90% di chi ha risposto sa che cos’è il revenge porn, e quasi tutti sono consapevoli che si tratta di un reato (88%). Però, se capitasse di esserne vittima, solo il 75% denuncerebbe. Eppure, resta la denuncia il mezzo più efficace per difendersi, anche se ciò che è pubblicato in rete difficilmente difficilmente sparirà definitivamente.
Ma come difendersi da questa nuova forma di reato online? Come evitarlo?
Nella nostra infografica abbiamo cercato di riunire i dati più rilevanti emersi dall’indagine e di dare qualche spunto di riflessione.
Leggi qui i risultati più rilevanti.
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