Consapevolezza, formazione e resilienza: tre moniti dal Cybertech Europe 2022
I professionisti della security si sono ritrovati a Roma all’evento tra i più importanti del panorama security internazionale
di Redazione Women for Security
Il 10 e 11 maggio a Roma si è tenuta la quinta edizione del Cybertech Europe, tra i più importanti eventi di networking sulla sicurezza informatica. Dall’ultima edizione in presenza, quella del 2019, la community dei professionisti della cybersecurity si è ritrovata a discutere e a riflettere sui temi più attuali della difesa dalle minacce informatiche sullo sfondo di un contesto italiano e internazionale che è cambiato profondamente negli ultimi due anni, a seguito della pandemia e della crisi geopolitica internazionale.
Se la pandemia e le nuove modalità di lavoro da remoto hanno agito da booster per una trasformazione digitale del Paese, le nuove opportunità ci hanno posto davanti anche a nuove sfide: il numero di attacchi cyber è andato crescendo continuamente colpendo l’intera supply chain, sono aumentate le attività di phishing e i furti di account, e i ransomware hanno colpito a tutti i livelli e in tutti i settori.
Cybertech Europe è stata l’occasione per riflettere sulle nuove sfide insieme a esponenti delle istituzioni, ai C-Level delle aziende e ai rappresentanti dell’industria della sicurezza. Dagli interventi dei relatori, in particolare dalle istituzioni, è emersa come prioritaria la necessità di aumentare la consapevolezza di un quadro di minacce informatiche sempre più esteso, complesso e persistente, che richiede tecnologie di difesa all’avanguardia ma anche formazione, competenze e risorse che oggi non sono sufficienti a coprire una domanda in forte crescita.
Roberto Baldoni, Direttore Generale dell’ACN, ha sottolineato come la trasformazione digitale abbia profondamente modificato ogni settore, dall’agricoltura ai trasporti, ma come manchi ancora la necessaria consapevolezza. Ha quindi ribadito quanto sia importante accelerare un cambiamento culturale in ognuno di noi, dai singoli cittadini alla pubblica amministrazione, puntando su investimenti e sulla sensibilizzazione e formazione per recuperare un ritardo che l’Italia, ma anche l’Europa, sconta su altre aree geografiche se vogliamo riprendere velocità e creare i presupposti per promuovere lo sviluppo tecnologico che è alla base della sovranità tecnologica.