Le donne e la cyber security
di Luisa Franchina, Presidente AIIC e Partner di Hermes Bay srl
Il tema della cybersecurity, oltre ad avere un ruolo sempre più centrale nelle politiche nazionali strategiche dei paesi del mondo, sta avendo un impatto rilevante nel settore del lavoro per l’individuazione di figure professionali ormai necessarie per affrontare i rischi digitali e le minacce online. Anche se i settori della tecnologia e della sicurezza informatica sono tra i più richiesti, redditizi e critici degli ultimi decenni, a livello globale si registra una carenza di personale competente ed esperto in materia di cyber security, con oltre 1 milione di posizioni vacanti. Tale deficit è ulteriormente accentuato da una differenza di genere sostanziale e diffusa[1].
In particolare, secondo Cybersecurity Ventures, nel 2021 le donne rappresentavano il 25% della forza lavoro nel settore della cybersecurity a livello globale, ovvero due lavoratori su dieci. Nonostante si sia registrato un aumento del 5% rispetto al 2020 e del 15% rispetto al 2013, diversi report indicano un aumento contratto al 35% entro il 2035. Questo divario può essere spiegato da diversi fattori, tra cui la percezione e la cultura del settore, i vincoli sociali e familiari, le barriere all'ingresso dovute a una limitata alfabetizzazione digitale e informatica e il divario salariale. Ciononostante, le donne specializzate in questo settore spesso hanno livelli di istruzione e certificazione più elevati rispetto agli uomini[2].
La strategia per la parità di genere 2020-2025 della Commissione europea
A livello Europeo, dal 1957, quando il principio della parità di retribuzione tra i sessi per lo stesso lavoro è stato inserito nell'articolo 119 del Trattato di Roma, l'uguaglianza tra donne e uomini ha acquisito importanza come area politica dell’Unione. Ad oggi, la Strategia per la parità di genere 2020-2025 della Commissione europea definisce il quadro attuale dell'azione dell'UE per promuovere uno dei suoi valori fondamentali, la parità tra donne e uomini. Tali strategie abbracciano anche l’ambito cyber e prevedono diversi progetti regionali e interstatali per incrementare il livello di inclusione e sicurezza in tutti i settori lavorativi. Tra i più rilevanti si evidenzia la Legge sui servizi digitali (DSA), la cui proposta è stata concordata dal Consiglio Il 25 novembre 2021. Il 20 gennaio 2022, anche il Parlamento europeo ha dato il via libera all'avvio dei negoziati con gli Stati membri, adottando il mandato negoziale che prevede dei livelli di sicurezza più elevati per la difesa di tutti gli utenti digitali femminili[3]. Inoltre, secondo quanto riportato dal report europeo 2022 sull’uguaglianza di genere, la Commissione continuerà a sostenere la partecipazione delle ragazze alle attività STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) attraverso il bando 2022 per i partenariati per l'innovazione. I nuovi partenariati si concentreranno sui programmi di istruzione superiore per l'ingegneria e le ICT avanzate (tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale, il calcolo ad alte prestazioni e la sicurezza informatica)[4].
Infine, l'European Cyber Security Organisation (ECSO) ASBL, un'organizzazione non profit completamente autofinanziata belga istituita nel giugno 2016, ha deciso di lanciare l'iniziativa W4C (Women4Cyber) partendo dal livello di top management per sviluppare soluzioni e risorse per le donne che stanno considerando, entrando o rientrando in una carriera nella cybersecurity. L'obiettivo principale è quello di collegare i risultati alle politiche e alle strategie pertinenti a livello europeo, al fine di ottenere risultati tangibili per l'inclusione e l'avanzamento di carriera delle donne nel settore informatico. Women4Cyber ha anche una collaborazione in corso con la DG CNECT (Directorate‑General for Communications Networks, Content and Technology) della Commissione europea, in quanto insieme hanno lanciato il Registro delle Esperte di Women4Cyber per valorizzare i talenti femminili europei nella cybersecurity. Il Registro è anche uno strumento di facilitazione per organizzatori di eventi, project manager e datori di lavoro che sono alla ricerca di personale specializzato in questo settore[5]. Infine, la Fondazione Women4Cyber ha recentemente pubblicato il libro "Hacking le barriere di genere: Le migliori cyber donne d'Europa" che mette in luce oltre 100 donne che lavorano nel campo della sicurezza informatica in Europa[6].
Tuttavia, l'indice elaborato dall'Istituto per l'uguaglianza di genere dell'UE (EIGE) mostra che nell'ultimo decennio sono stati fatti dei passi avanti, ma i progressi sono stati lenti e ci sono ancora differenze significative tra i Paesi[7].
[1] https://www.isc2.org/-/media/ISC2/Research/ISC2-Women-in-Cybersecurity-Report.ashx?la=en&hash=4C3B33AABFBEAFDDA211856CB274EBDDF9DBEB38
[2] https://cybersecurityventures.com/women-in-cybersecurity/
[3] https://www.eunews.it/2022/04/25/legge-servizi-digitali-concordata-parlamento-consiglio-ue/
[4]https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/aid_development_cooperation_fundamental_rights/2022_report_on_gender_equality_in_the_eu_en.pdf
[5] https://www.ecs-org.eu/initiatives/women4cyber
[7] https://eige.europa.eu/it/in-brief#:~:text=Indice%20sull'uguaglianza%20di%20genere,-L'indice%20sull&text=Il%20punteggio%20di%20100%20significa,salute%2C%20nonch%C3%A9%20nei%20loro%20sottodomini.