Le donne nella cybersecurity: serve sensibilizzare le nuove generazioni

di Michela Lecce
La cybersecurity: un campo in continua evoluzione, con opportunità di lavoro in costante aumento. Basti pensare che solo in Italia mancano 100mila esperti in questo settore [1]. La tecnologia e le minacce alla sicurezza informatica sono sempre più complesse, numerose e sofisticate: l'ultimo rapporto Clusit[2] stima che in Italia siano aumentate del 169% dal 2021 al 2022. Questo rende la cybersecurity un campo di lavoro estremamente importante e impegnativo.
La cybersecurity si occupa di tematiche molto diverse. Dagli ambiti più tecnici, come la protezione dei sistemi informatici e la gestione degli attacchi, a quelli meno tecnici come la conformità agli standard normativi e la definizione di processi di sicurezza. Queste sfide richiedono competenze e attività altrettanto diverse, come analiticità, pragmaticità, tenacia, dedizione e creatività. L’Agenzia Europea per la Cybersicurezza (ENISA) ha sviluppato l'European Cybersecurity Skills Framework (ECSF) definendo una serie di ruoli e competenze utili a ridurre la carenza e il divario di competenze[3].
In questo contesto già molto delicato, la presenza femminile rimane ancora bassa, secondo (ICS)2 circa il 24% della forza lavoro mondiale nella cybersecurity è costituita da donne[4]. Anche se tale percentuale sta aumentando negli ultimi anni, c'è ancora molto da fare per creare un ambiente di lavoro inclusivo e accogliente per le donne dove le loro voci e le loro idee possano essere ascoltate e dare un punto di vista alternativo.
Molte organizzazioni (e le aziende stesse) stanno cercando di aumentare la diversità di genere nella cybersecurity, offrendo programmi di mentoring, training, connessione con altri professionisti del settore, supporto e sviluppo del percorso di carriera. Il Center for Cyber Safety and Education offre diversi programmi per aumentare la consapevolezza e promuovere la diversità, ad esempio offrendo borse di studio e certificazioni, creando community di volontari e sviluppando programmi specifici[5].
Per rendere tutto ciò efficace non è necessario aspettare l'età adulta. Bisogna intervenire già nelle scuole e diventare portavoce di questo messaggio. Ed è proprio questo che Women for Security sta facendo, parlando con le ragazze e i ragazzi degli istituti scolastici italiani per sensibilizzarli sulle tematiche della cybersecurity. Gli incontri, richiesti dalle scuole stesse, sono organizzati ed erogati dalle volontarie appartenenti al gruppo e hanno lo scopo di affrontare tematiche di interesse per gli studenti e per le loro famiglie. Negli interventi, inoltre, si cerca di spiegare alle nuove generazioni, e alle ragazze in particolare, i percorsi che si possono intraprendere nell'ICT e dare un'idea concreta di cosa comporterebbe un lavoro di questo tipo. È possibile contattare le Women for Security per e-mail o attraverso i canali social per maggiori informazioni o per proporre degli incontri.
In conclusione, la cybersecurity è un settore in rapida evoluzione con gravi carenze di figure professionali e un forte problema di gender-gap. Sono in atto molte attività per promuovere la diversità e offrire sostegno a chi si avvicina a questo mondo. Intervenendo nelle scuole, Women for Security sta sensibilizzando gli studenti, soprattutto le ragazze, sulle tematiche della cybersecurity e sui percorsi professionali possibili, con l'augurio e la speranza di poter ispirare i futuri e le future leader del settore.
[2] https://clusit.it/wp-content/uploads/area_stampa/2023/Anteprima_Rapporto_Clusit_2023.pdf
[3] ecsf-profiles-v-0-5-draft-release.pdf (europa.eu)