Giornata mondiale dei genitori. Le nostre cyber esperte condividono alcuni consigli per le mamme e i papà dei nativi digitali

di Women For Security
Il 1° giugno ricorre la Giornata Mondiale dei Genitori, istituita nel 2012 dall’Assemblea delle Nazioni Unite, per ricordare che i genitori di qualsiasi razza, religione, cultura e nazionalità sono i primi autentici educatori dei bambini. Il ruolo educativo delle mamme e dei papà, naturali, adottivi o affidatari, è centrale e negli ultimi anni, con il diffondersi di un uso massivo del digitale anche tra i giovanissimi, è diventato complesso, richiedendo responsabilità sempre più elevate.
La nostra community si è attivata in occasione di questa ricorrenza per raccogliere i consigli, le riflessioni, i suggerimenti di alcune delle nostre esperte di sicurezza informatica, alcune di loro mamme alle prese con figli nativi digitali. Ne è nato un lungo, ma sicuramente utile, #vademecum di pillole preziose che speriamo possano aiutare qualche genitore disorientato, allarmato, preoccupato o rafforzare chi invece sta già affrontando con la giusta consapevolezza i rischi (ma anche le opportunità) che il digitale può portare con sé nel suo utilizzo quotidiano.
“Cyber tips for parents” dalle Women for Security
Cinzia Boschiero
Giornalista professionista - Specialista Servizi Formativi
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Essere genitori digitali significa principalmente seguire i propri figli nella crescita della consapevolezza della loro identità anche digitale, renderli edotti di come Internet sia uno strumento da utilizzare con equilibrio, attenzione e limiti. Mai lasciare da soli i minori di 18 anni con telefonini o tablet: bisogna sempre cercare di essere presenti per poter supervisionare cosa utilizzano e come. Interagire con loro per aiutarli a scegliere contenuti di qualità. Il digitale è un nuovo percorso e come tale va fatto mano nella mano, genitori e figli.
Federica De Stefani
Avvocato
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Esiste un solo bene, la conoscenza, esiste solo un male, l’ignoranza” (Socrate).
Conoscere, anche nel digitale, è l’unica cosa che un genitore possa fare per trasmettere a propri figli la competenza, con lo studio e la lettura, la comprensione delle regole, l’illustrazione dei meccanismi che governano il digitale da un lato e l’educazione, attraverso l’esempio, dall’altro.
Rachele Genise
Junior Java Full-Stack Developer + Angular @SCAI LAB
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Diventare un genitore digitale è diventato non negoziabile con i bambini che trascorrono la maggior parte del loro tempo online. Le semplici lezioni sul non accettare caramelle dagli estranei non bastano più! I nostri figli ora devono imparare a usare la tecnologia in modo responsabile. È fondamentale insegnare loro la navigazione sicura, la valutazione delle informazioni critiche e il rispetto degli altri online. Pertanto, spetta a noi genitori padroneggiare il regno digitale per poter guidare i nostri figli verso un uso responsabile del digitale.
Federica Maria Rita Livelli
Training Center Director @ BEDISRUPTIVE - Business Continuity & Risk Management Consultant
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La famiglia - in termini sociologici - è un'unità sociale importante, considerando che tutti i membri della famiglia sono digitalmente attivi fin dalla più tenera età. Ne consegue che i genitori hanno un ruolo importante per aumentare la consapevolezza della cybersecurity e proteggere i propri figli dai rischi cyber. I genitori, per affrontare le sfide quotidiane, devono possedere la necessaria consapevolezza, formazione e conoscere le linee guida in termini di cybersecurity dato che, se non costruiamo una cultura della sicurezza che coinvolga le famiglie, non saremo mai in grado di garantire veramente la cybersecurity per noi stessi e la società.
Chiara Palamenghi
ITSO-Responsabile IT Security @ AGOS
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Come essere bravi genitori nell’era digitale e dei Social?
Il mio consiglio è di affidarci alla nostra esperienza. Non spegniamo tablet, PC e cellulari ma impariamo a conoscerli, studiamo quali sono i rischi ad essi collegati, facciamo in modo che siano compresi anche dai ragazzi. Stabiliamo dei limiti adeguati all’età dei nostri figli, facendoli rispettare. Studiamo genitori, teniamoci aggiornati e comunichiamo con i ragazzi!
D’altronde, chi farebbe guidare un’auto senza aver fatto scuola guida?
Marta Ripamonti
Marketing e Comunicazione @PLINK
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Spesso la tecnologia è vista come un’entità vorace, addirittura usurpatrice, come qualcosa da cui proteggersi. Con la diffusione dell’Intelligenza artificiale (AI), favorita da ChatGPT e dalle sue derivazioni, da genitori è facile temere per lo sviluppo della creatività e dell’autonomia di pensiero dei nostri figli. Ebbene, stiamo dimenticando un aspetto essenziale: la tecnologia è uno strumento e non un fine. Per questo è fondamentale essere genitori digitali: conoscere il mezzo tecnologico per insegnare ai nostri figli a sfruttarlo a loro vantaggio.
Simonetta Sabatino
Head of Cybersecurity & Workplace Management @SARAS
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Essere genitore digitale vuol dire educare all’uso consapevole del digitale.
Come genitori abbiamo insegnato ad esempio ai bambini a camminare ma, prima di mandarli in giro da soli, abbiamo trasmesso loro le buone pratiche per muoversi sicuri (stai sul marciapiede, non attraversare senza guardare!).
Come genitori digitali dobbiamo conoscere (e riconoscere!) i rischi e fornire le buone pratiche prima di mandarli “in giro da soli” nel mondo digitale: non basta saper camminare (usare lo smartphone) per poter andare in giro da soli (saperlo usare in modo sicuro).
Sofia Scozzari
CEO & Founder @Hackmanac, Direttivo WFS
https://www.linkedin.com/pub/dir/sofia/scozzari
Il mondo digitale è diventato parte integrante delle nostre vite quotidiane, ma, mentre per noi genitori il processo è stato graduale, i nostri figli sono nativi digitali e sono cresciuti dando per scontati accesso a Internet, Social Media e giochi online, senza però tenere conto dei pericoli che si celano dietro le nuove tecnologie.
La Cyber Security dovrebbe essere una delle principali preoccupazioni dei genitori digitali in quanto le cyber minacce sono numerose: phishing, social engineering, malware, cybercriminali, frodi e scam sono solo alcuni esempi.
È importante innanzitutto essere consapevoli in prima persona di queste minacce e dei rischi che corrono i nostri figli.
E, in seconda battuta, parlare apertamente con loro in modo che acquistino consapevolezza su queste problematiche e le sappiano riconoscere.
Esistono anche molte soluzioni tecnologiche per proteggere e monitorare i figli online, come le applicazioni di controllo parentale che limitano l'accesso a determinati siti web o monitorano le attività online.
Tuttavia, è importante non affidarsi esclusivamente alla tecnologia, che potrebbe rivelarsi fallace, ma piuttosto educare i figli alla consapevolezza e responsabilità.
Di seguito riportiamo le riflessioni più estese di altre nostre cyber ladies.
Data Protection Officer - Privacy e Data Protection Manager
https://www.linkedin.com/in/mariangelafedozzidpo/
“Figli e genitori in rete. Ruoli differenti”
Un utente su 3 online è un bambino. I giovani sono i più connessi. Nel mondo, il 71% di loro è online. Alcuni adolescenti, inviano più di 4000 messaggi al mese, o uno ogni sei minuti. «Nel bene e nel male, la tecnologia digitale è attualmente una realtà irreversibile delle nostre vite», ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef Anthony Lake. «In un mondo digitale, la nostra sfida è duplice: ridurre i danni, massimizzando allo stesso tempo i benefici del web per ogni bambino» (Fonte rapporto Unicef “La condizione dell’infanzia nel mondo 2017”).
I social network hanno effetti negativi sui minori lo dice un rapporto del CDC Usa in cui si evidenzia che quasi il 30% delle adolescenti statunitensi ha preso seriamente in considerazione il tentativo di suicidio.
In Italia, il Garante per l’infanzia sollecita le istituzioni a “trovare il coraggio di alzare a 16 anni l’età minima” per l’accesso ai social network, mentre il Senato americano affronta la questione attraverso un disegno di legge ribattezzato «Protecting Kids on Social Media Act». Secondo questo provvedimento, ai minori di 13 anni le piattaforme digitali 2.0 verrebbero completamente precluse, mentre ai ragazzi che hanno dai 13 ai 17 anni, per poter creare un account, sarà richiesto il consenso dei genitori.
Come se tutto questo non bastasse, attraverso l’utilizzo sbagliato o inconsapevole dell’intelligenza artificiale, il pericolo rispetto ai danni in cui possono incorrere bambini e adolescenti è davvero elevato. A tal proposito qualche mese fa Il Garante della Privacy Italiano (sempre estremamente attento a questo tipo di tematiche) blocca “Replika”: una chatbot dotata di interfaccia scritta e vocale che basandosi sull’intelligenza artificiale generava un ‘amico virtuale’. L’applicazione presentava concreti rischi per i minori d’età, a partire dalla proposizione di risposte assolutamente inidonee al loro grado di sviluppo. Inoltre, vi era la mancanza di ogni filtro o meccanismo per la verifica dei limiti di età non solo in fase di iscrizione alla piattaforma o al servizio a pagamento, ma anche in presenza di palesi dichiarazioni della minore età del soggetto durante l’utilizzo del sistema.
I genitori oggi hanno l’obbligo di formarsi ed informarsi rispetto ai rischi del web, oltre ad affiancare i propri figli nella navigazione in rete e monitorare sempre come si muovono online.
Quando decidiamo di regalare uno scooter ai nostri figli li obblighiamo ad indossare il casco. Allo stesso modo, quando decidiamo di regalare o permettere l’utilizzo di device ai minori dovremmo istruirli sulle regole da seguire.
È più che mai necessario oggi, in qualità di genitori, riappropriarsi dell’aspetto educativo ed insegnare ai figli le regole di comportamento in una società digitale sempre più interconnessa ed in continuo cambiamento. La tecnologia offre innumerevoli e meravigliose opportunità ma porta con sé anche molteplici rischi e pericoli per chi non la conosce.
Forse sarebbe auspicabile che i genitori cominciassero a riappropriarsi del ruolo di educatori cercando possibilmente di ridimensionare quello, attualmente spesso predominante, di follower/fan o PR dei propri figli.
Francesca Nobilini
Consulente IT Governance, Audit dei sistemi di gestione, Data Protection
https://www.linkedin.com/in/francesca-nobilini/
Ebbene, ogni epoca ha le sue insidie quando di tratta di educazione dei nostri pargoli.
Nel passato ricordiamo le preoccupazioni in modo sbilanciato verso le femmine di compromettere il loro ‘onore’, nella generazione successiva si è passati alla paura delle droghe di varia natura.
Oggi viviamo un’epoca completamente diversa, un’epoca in cui essere genitori comporta l’uso di strumenti e modus operandi nuovi e in continua e rapida evoluzione, sia per quanto attiene alle modalità di comunicazione sia per i contenuti che si veicolano e questo si ripercuote inesorabilmente anche nell’educazione dei figli. Come si dice spesso, l'esempio educa più delle parole e in questo senso potremmo dare esempi non sempre virtuosi.
Se da adulti l’uso di strumenti e soluzioni digitali può essere affrontato e vissuto con discernimento (e perché no, con leggerezza), quando si tratta dei nostri figli occorre fare esercizi più impegnativi.
Anche i genitori hanno bisogno di essere “educati” e dovrebbero fare di tutto, almeno finché i figli non raggiungano una certa età, per riuscire a conoscere la ‘mappa’ degli strumenti utilizzati dai propri figli. E in questo caso, non con leggerezza, ma con la volontà di approfondire e capire quali rischi certi strumenti possano comportare se lasciati incustoditi e senza limiti in mano questi piccoli cittadini. È certo che l’uso delle immagini e la potenza e immediatezza di diffusione dei social possano essere più attrattivi per i piccoli come lo sono anche per i grandi. Ma come siamo responsabili di preservarli dai rischi nel mondo fisico, dobbiamo diventare capaci di esercitare questa responsabilità anche nel mondo virtuale, che è indubbiamente più complesso e in perpetuo cambiamento.
Si deve riconoscere la complessità di queste scelte educative; da un lato anche i piccoli sono chiamati a vivere questo momento storico e non possono essere costretti a vivere in condizioni di perenne divieto, dall’altro occorre creare per i genitori dei percorsi adeguati perché nella maggioranza dei casi non vi è la preparazione sufficiente ad affrontare le tante sfide.
Si dovrebbe partire dall’abitudine alla curiosità di conoscere come funzionano certi strumenti, prima di diventarne utenti, per illustrarne il funzionamento ai nostri figli.
Si dovrebbe diventare capaci di valutarne i rischi, immaginando gli scenari peggiori e illustrare le conseguenze possibili ai nostri figli, non per educarli al pessimismo, bensì alla prudenza, alla consapevolezza, alla irreversibilità di un’azione compiuta nel web.
I genitori sono i primi educatori dei bambini, ma bisogna anche ricordare che non sono i soli. Basti riflettere sul fatto che figli di una stessa coppia possono avere indole e comportamento completamente diversi. Vi è poi la scuola, gli ambienti sportivi, il gruppo di amici e una serie di dinamiche che li influenzano.
Pertanto, è importante che la famiglia, la scuola e tutti coloro che contribuiscono all’educazione in una qualsiasi forma facciano rete e perseguano gli stessi obiettivi di educazione digitale.
Alessia Valentini
Cybersecurity Manager, Advisor, Auditor, Giornalista @ CYBERSECURITY360, DIGITAL360
https://www.linkedin.com/in/alessiavalentini/
La definizione di “genitore” può avere connotazioni generali, pedagogiche, o giuridiche ma nonostante le definizioni formali e da dizionario “essere genitori” e “fare i genitori” sono due aspetti molto diversi. In aggiunta, con la trasformazione digitale, essere genitori digitali ed agire di conseguenza, può sembrare ancora più arduo. Se la generica definizione di genitore è quella di una persona che si occupa dell’educazione dei propri figli, allora, quando si parla di genitori digitali, tale educazione deve potersi estendere a tutti i contesti digitali dove si manifesta l’azione e l’interazione dei ragazzi e delle ragazze nativi/e digitali.
Ma quanti genitori sono effettivamente preparati per trasmettere ai propri figli una corretta “Cyber educazione”?
Forse non così tanti come potremmo essere ottimisticamente portati a pensare. Il motivo principale è che, al di là della consumerizzazione dell’IT a cui tutti siamo esposti, che si sostanzia nell’uso dei social media, delle chat, degli smart devices, dell’E-commerce e di ogni altra applicazione/servizio raggiungibile via internet, non tutti i genitori hanno familiarità con il significato e soprattutto con i rischi che la digitalizzazione apporta in ognuno degli ambienti digitali frequentati dai loro figli: giochi on line, piattaforma social, autostrade digitali di connessione mediante chat, siti, servizi on line, giochi d’azzardo, investimenti e wallet digitali e così via. Molti genitori sanno, magari intuiscono, che i propri figli frequentano certe “compagnie digitali”, ma non riescono a metterli in guardia come potrebbero fare con i “noti ceffi di quartiere” o “con i tipi/e poco raccomandabili” che hanno imparato a riconoscere con uno sguardo nella vita di tutti i giorni. Quello che di fatto accade è che sottostimano i rischi del mondo digitale o non si sentono all’altezza di poter trasmettere la loro esperienza ai loro figli. Quello che non sanno è che possono sempre mutuare le loro esperienza dal mondo analogico a quello digitale perché sebbene cambino gli strumenti con cui i ragazzi interagiscono, le logiche e le dinamiche fra individui e quindi i rischi correlati, sono sempre gli stessi. Certo assumono forme diverse. Chiariamo con qualche esempio: se “non ci si deve fidare di chi offre le caramelle gratuitamente”, ebbene è vero anche nei contesti digitali, quindi, dovete insegnare ai vostri figli a “non fidarsi di chi offre invitanti opportunità o cose in modo gratuito perché sicuramente si starà approfittando di vostro figlio/a” (questo è tipico nelle dinamiche di mail o sms di phishing e di truffe da adescamento digitale). Se nella vita reale “non si va in giro nudi o poco vestiti”, ecco “lo stesso si deve fare nei contesti digitali” sia per evitare di far circolare foto compromettenti ma è vero anche in senso metaforico per “non esporre i propri dati personali “nudi” e in chiaro, in qualsiasi contesto digitale”, perché dei malintenzionati potrebbero approfittarsene. Infine, come “non si danno le proprie chiavi di casa al primo che passa”, altrettanto “mai fornire le proprie password o le proprie credenziali di accesso a chi li chiede per urgenza o con scuse” perché si tratta di truffe a fini estorsivi, ricattatori o di adescamento. È necessario insegnare a proteggere i propri dispositivi digitali non solo dal furto fisico, ma anche da quello perpetrato mediante software malevoli e per farlo è necessario installare antivirus sui PC e sugli smart device di casa. Nella vita analogica ma anche in quella digitale coltivare il dubbio è preferibile e quindi, è opportuno agire di conseguenza. Dall’altro lato dello schermo e della tastiera possono esserci persone tutt’altro che affidabili e voi genitori siete l’unico baluardo a protezione dei vostri ragazzi/e.